Capire l'urbanizzazione

Il tasso di urbanizzazione degli ultimi anni è stato sorprendente. Sebbene le città attuali siano altamente insostenibili, esse aprono grandi opportunità per un uso più efficiente delle risorse. La rapida crescita e le enormi sfide ambientali spiegano il crescente interesse delle università per le città: la Nuova Scienza Urbana.

Visualizzazione ingrandita: Uno sguardo ravvicinato alle città
(Foto: Colourbox)

'Viviamo nell'era delle città. ? un'epoca urgente e incerta. Mai prima d'ora gli esseri umani hanno costruito così tanto e con tanta fretta. Eppure capiamo così poco di come il nostro mondo urbano cresca - e a volte declini": così inizia un nuovo stimolante rapporto di Anthony Townsend della New York University, in cui descrive un nuovo ed entusiasmante obiettivo per la ricerca accademica - la scienza delle città. [1]

Megalopoli: un fenomeno nuovo e poco esplorato

Il tasso di urbanizzazione degli ultimi decenni è stato davvero straordinario. Nel 1950, New York era l'unica regione metropolitana con più di 10 milioni di persone, che è la definizione usuale di megalopoli; oggi ci sono 35 megalopoli, di cui la più grande, Tokyo, conta circa 38 milioni di persone. E questa crescita della popolazione urbana mondiale sembra destinata a continuare, passando da 3,9 miliardi nel 2015 a oltre 5 miliardi nel 2030. Statistiche come queste sottolineano che, su una scala temporale ecologica, le grandi città sono un fenomeno nuovo, di cui sappiamo troppo poco.

Una cosa però la sappiamo: le città così come sono attualmente costruite non sono sostenibili. Rappresentano, ad esempio, oltre il 70% di tutta l'energia consumata sul pianeta, sono fonti importanti di inquinamento dell'aria e dell'acqua e sono pozzi per enormi quantità di materiali. Tuttavia, nonostante questi squilibri, ci sono anche motivi per essere ottimisti sul nostro futuro urbano. Con le loro alte densità di popolazione, le città aprono grandi opportunità per un uso più efficiente dell'energia e dei materiali, ad esempio attraverso le simbiosi industriali o l'uso di sistemi di trasporto rapido di massa al posto delle auto private.

La scienza fiorente delle città

La città di Bangkok
La città di Bangkok. (Foto: Colourbox)

Queste circostanze - la rapida crescita delle città e le enormi sfide ambientali che esse pongono - spiegano il crescente interesse delle università per le scienze urbane. Townsend riferisce che "dal 2005, più di una dozzina di nuovi laboratori, dipartimenti e scuole sono stati lanciati con uno scopo comune: perseguire approcci profondamente quantitativi e computazionali alla comprensione della città".'. Tra questi, il progetto Cities, Scaling and Sustainability del Santa Fe Institute, il Center for Urban Science and Progress della New York University e il SENSEable City Laboratory del MIT. La più grande di queste nuove istituzioni, tuttavia, è il Future Cities Laboratory dell'ETH di Zurigo. FCL a Singapore, che, insieme al suo programma gemello Future Resilient Systems, è stato realizzato da un'associazione di ricerca e sviluppo. FRS,Il Politecnico di Zurigo (ETH), che presto impiegherà circa 200 scienziati che lavorano su diversi aspetti della scienza urbana.

In cosa consiste la Nuova scienza urbana?

La nuova scienza urbana mira a rendere le città più sostenibili, resilienti e vivibili. Townsend individua tre caratteristiche generali, che si applicano tutte alla ricerca condotta presso il Future Cities Laboratory FCL. In primo luogo, la scienza urbana implica un confronto tra due modalità di indagine tradizionalmente separate: un approccio descrittivo basato sul lavoro sul campo e sulle indagini, volto a comprendere l'individualità delle città, e un approccio scientifico deduttivo volto a scoprire i processi comuni che influenzano la struttura e le dinamiche di tutte le città.

Approccio multidisciplinare

In secondo luogo, la nuova scienza urbana è multidisciplinare e si basa su idee teoriche provenienti da tutte le discipline. Alla FCL, team di architetti, ingegneri, ecologi, scienziati sociali e informatici si concentrano sul "metabolismo" delle città, studiandole come ecosistemi caratterizzati da stock e flussi di risorse, tra cui energia, acqua, capitale e informazioni. Future Resilient Systems FRS, composto da un team altrettanto eterogeneo, si basa fortemente sulla teoria della complessità, studiando i sistemi infrastrutturali urbani come sistemi socio-tecnici complessi composti non solo da strutture ingegneristiche, ma anche dalle persone che costituiscono i sottosistemi di utenti e operatori.

Utilizzare i "big data

In terzo luogo, la nuova scienza urbana dipende fortemente dalle tecnologie digitali, che forniscono non solo una potenza analitica prima impensabile, ma anche l'accesso a enormi quantità di dati. In effetti, molte delle domande a cui la scienza urbana cerca di rispondere sono diventate affrontabili solo grazie alla crescente disponibilità di "big data" provenienti da smartphone, sensori connessi via wifi e satelliti. Non sorprende quindi che al centro di FCL ci sia un sofisticato laboratorio digitale noto come "Value Lab Asia". Questo laboratorio è dotato di strumenti all'avanguardia per la modellazione di dati multidimensionali e la simulazione di fenomeni urbani, come il comportamento quotidiano di milioni di abitanti delle città.

Visualizzazione ingrandita: Big Data Urban Design
Big Data-Informed Urban Design [2] è un progetto di ricerca del FCL che mira a sviluppare un quadro di riferimento per supportare la pianificazione, la progettazione e la gestione urbana, attingendo alla risorsa in rapida crescita dei big data. (Foto: Laboratorio Città Future)

In conclusione, "le città sono al tempo stesso la causa principale e la migliore soluzione di alcuni dei problemi più urgenti dell'umanità, dal cambiamento climatico alle migrazioni alla scarsità di risorse". [Con il mondo in una fase di urbanizzazione senza precedenti, la nuova scienza urbana sta emergendo come un corpo coerente di teoria e conoscenza che può contribuire a un mondo urbano più sostenibile. E nel farlo, sta anche cambiando il modo in cui le università svolgono il loro lavoro.

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